La primitiva chiesa di Pradamano, di cui si hanno notizie, sorse nel Quattrocento.
Fu ricostruita tra il 1697 e il 1698 e consacrata dal patriarca di Aquileia, Dionisio Delfino, il 5 agosto 1709.
L'attuale parrocchiale è il risultato di un ampliamento condotto tra il 1779 e il 1784 su progetto di Luca Andrioli junior.
Nel 1888 l'interno dell'edificio fu riorganizzato Il terremoto del Friuli del 1976 causò alcuni danni alla struttura, che vennero riparati tra il 1989 e il 1992 su progetto dell'architetto Guido Giacomelli.
L'interno, ad un'unica navata, è caratterizzato dal soffitto piano ed è diviso in cinque campate da paraste.
L'aula termina con il presbiterio, rialzato di tre gradini, a sua volta chiuso dall'abside piana.
Tra le opere di pregio qui conservate vi sono i dipinti del soffitto, eseguiti dall'udinese Giovanni Domenico Ruggieri nel XVIII secolo, le decorazioni realizzate da Giuseppe Barazzutti di Gemona del Friuli tra il 1927 e il 1930 una tela settecentesca raffigurante la Santissima Trinità con alcuni santi, attribuita forse al già menzionato Ruggieri, ed una pala raffigurante Santa Cecilia, dipinta nel 1888 da Giovanni Battista Sello.